Alceo Solari: Nascita e sviluppo dell’orologeria da torre. Il ruolo avuto dei maestri artigiani di Pesariis

PESARIIS E GLI OROLOGI DELLA SERENISSIMA

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I primi orologi meccanici compaiono agli inizi del XIV secolo con la messa a punto delle prime artiglierie e il perfezionamento nelle lavorazioni dei metalli. I primi orologiai sono spesso costruttori di bombarde.

Nel corso del quattrocento, il porto veneziano si trasformò nello snodo principale di tutta la merce proveniente dal versante settentrionale delle Alpi e diretta verso l’area mediterranea e l’Oriente.

Vicino al ponte di Rialto venne costruito un “Fondego” che era magazzino e luogo d’affari della nazione alemanna.

Venezia fu la prima città marinara a dotarsi di un proprio arsenale. Nasce la più grande industria statale, che dà lavoro a 2000 persone, di alta specializzazione, provenienti da tutto il territorio e paragonabile a un distretto industriale. I dignitari stranieri, in visita a Venezia, lo descrivono come l’Officina delle meraviglie per l’enorme ricchezza del materiale bellico con i magazzini pieni di cannoni, proiettili, armature, polvere da sparo.

Nel Tirolo, a Innsbruck, l’imperatore Massimiliano I° nel secolo XV fece costruire uno dei più importanti arsenali d’Europa. Le miniere della vicina Schwaz fornivano il rame per le fonderie e l’argento per finanziarlo.

Le grandi fonderie industriali di Innsbruck fabbricavano armi da fuoco, altre officine forgiavano, laminavano e battevano armature e corazze, oltre a produrre picche, alabarde e spade per la fanteria, mentre nella vicina città di Absam si producevano palle di cannone. L’enorme sviluppo dell’Arsenale di Innsbruck fu in gran parte opera del capofonditore Gregor Löffler, il primo sergente maggiore a diventare fabbricante di armi.

Lo sviluppo degli stati era regolato dal mercantilismo. Si sviluppano le aziende commerciali operanti nei settori tessile e metallurgico. Emerge la dinastia Fugger che accumula ingenti capitali nel commercio tessile, cui segue quello dei minerali di rame e argento impiegati a coniare le monete e a produrre le armi.

I principali beni commerciali di Venezia sono lo zucchero, proveniente dalle sue piantagioni di Cipro, e il cotone proveniente dall’Oriente assieme alle spezie e alla seta. Le merci transitano lungo le vie commerciali che assumevano i nomi di via del sale, del ferro, dell’argento, del rame.

Pesariis, che diventa nota per la produzione ed il commercio di orologi pubblici e domestici, è posizionata a metà strada tra Innsbruck e Venezia.

Si ha notizia che a Pesariis vi era una Muda o Dogana e che vi risiedeva un Degano le cui mansioni consistevano nell’esazione delle decime, dei censi, dei dazi dovuti allo stato. Nel 1580 alcuni boschi del territorio di Pesariis chiamati “delli remi” vennero banditi per i bisogni dell’arsenale della Serenissima Repubblica Veneta.

L’arte orologiaia del villaggio alpino, composto nel 1600 da 40 focolai, può derivare da una osmosi indiretta dei saperi tecnici metallurgici sviluppate dagli arsenali di Venezia e Innsbruck. Viene favorita dalla mobilità commerciale dei “Cramars” che, partendo da Pesariis per i loro commerci di spezie e tessuti e seguendo le vie d’acqua dell’Inn, del Danubio e della Moldava, frequentavano località con forte vocazione orologiaia (Innsbruck, Salisburgo, Monaco, Augsburg, Graz, Vienna, Praga).

Le ricerche sulla storia orologiaia alpina ci portano nel Tirolo, dove si è sviluppata la metallurgia. Nella città di Schwaz (miniere d’argento) nel 1509 viene installato da Arnold Grienberger l’orologio pubblico sulla torre di Marktuhr. Questa produzione si afferma nei secoli XVI e XVII grazie alle dinastie orologiaie dei Grienberger e dei Forstlechner.

Una parallela ricerca viene svolta nei territori che comprendono Venezia, Padova e il Trevigiano. La specificità di quest’area è dovuta alla presenza delle competenze scientifiche dell’Università di Padova e della specializzazione metallurgica dell’arsenale di Venezia.

Nella storia orologiaia questo territorio ha una funzione preminente che si sviluppa a partire dal Medioevo. Durante il XIV secolo l’Ateneo patavino fu sede di grande fervore della ricerca scientifica e vide all’opera Giovanni Dondi dall’Orologio, ben noto per il suo capolavoro: l’Astrario, summa del sapere astronomico e dell’arte orologistica dell’epoca. Degno di nota è anche il padre Jacopo Dondi, cui si deve il progetto del primo orologio astronomico per il palazzo del Capitano a Padova.

Nei secoli successivi si annoverano le figure dell’artigiano orologiaio-costruttore di strumenti scientifici:
– Marcantonio Mazzoleni proveniva da una famiglia di abilissimi artefici: nel 1550 lo zio Iseppo, maestro orologiaio e costruttore di astrolabi, era convenuto a Venezia assieme al francese Leonardo Olivier e al vicentino Giorgio Capobianco, matematico e orologiaio del duca di Urbino e del sultano Solimano il Magnifico, per individuare le cause del malfunzionamento dell’orologio di piazza San Marco. La perizia del padovano fu tale che dall’anno successivo gli venne affidata la custodia, che tenne per vent’anni, dello stesso orologio. Anche alcuni nipoti di Iseppo divennero abili costruttori d’orologi: Francesco diventò “custode et gubernatore” dell’orologio in piazza dei Signori di Padova, mentre Paolo, il padre di Marcantonio, divenne il regolatore dell’orologio della torre dello Studio del Bo dal 1569 al 1612;

– Bartolomeo Ferracina, dotato di notevoli capacità tecniche, è in grado di sostituire nel 1752 l’orologio astronomico di San Marco. Collabora con il professore dell’università Giovanni Poleni nel costruire strumenti scientifici per il laboratorio di Fisica;

– Giovanni Rodella, appresa l’arte orologiaia nel laboratorio Pavelli di Castelfranco, viene nominato direttore dell’officina annessa alla Specola dall’astronomo Giuseppe Toaldo. Costruisce nel 1783 l’orologio da torre della villa Cavalli di Bresseo in provincia di Padova.

Nel pieno splendore della Serenissima, le strutture architettoniche delle Torri-Orologio mettevano in bella mostra il simbolo del potere di Venezia, il Leone di San Marco, e competevano in magnificenza. Era l’espressione di un’architettura sorta dall’esigenza di mostrare, presentare, rappresentare il trascorrere del tempo.

Una particolare caratteristica della mostra dell’orologio di stile veneziano è la divisione oraria in 24 ore con lettere romane. L’ora ineguale temporaria, con il conto delle ore che inizia al tramonto del giorno, rimane in vigore sino al termine della Repubblica di Venezia.

I quadranti della Torre dell’Orologio di San Marco, del palazzo del Fontego e della Chiesa di San Giacomo di Rialto mantengono ancora oggi questa rappresentazione grafica delle ore. L’architettura veneziana nella costruzione dei palazzi, delle piazze, dei campanili e delle Torri si diffonde in tutta l’area adriatica e testimonia l’indiscussa influenza culturale veneziana.

Artefici della diffusione dei manufatti della misura del tempo lungo l’Istria, la Dalmazia, il Montenegro, la Grecia, per giungere a Creta, sono gli artigiani della Valle del Tempo che da Pesariis hanno installato orologi pubblici in tutte le località di questi territori nei secoli XVIII e XIX.
La ricerca sulla storia dell’orologeria pesarina svolta da Adelchi Puschiasis, componente dell’associazione Amici dell’Orologeria Pesarina, ha prodotto un resoconto particolarmente interessante che ricostruisce le diverse e sparpagliate fonti. La documentazione relativa alle installazioni di orologi è infatti spesso costituita da piccoli frammenti “annegati” in un mare vario ed esteso di fascicoli notarili, comunali, parrocchiali.

Seguendo questo approccio, nel corso del 2019/2020 non sono mancate le “scoperte”, relative in particolare agli orologiai della casata Capellari che si sono svelati come i precursori diretti dei Solari, in grado di muoversi, tra Seicento e Settecento, in un’area – estesa dal Bellunese fino a Fiume, Veglia e Cherso, passando per il Friuli, Trieste e l’Istria – che verrà poi ripercorsa e ampliata dai Solari stessi a partire dalla fine del Settecento.

È stata ricostruita la storia del ramo Solari che prese residenza a Pisino. Ci si riferisce ai due fratelli Sebastiano e Giovanni Battista quondam Antonio Solari di Pesariis, che si sono accasati a Pisino nel 1807 e 1818 dopo aver acquistato due case. Giovanni Battista ha aperto un laboratorio di orologeria. Sono state certificate a suo nome l’installazione dell’orologio di Orsera del 1813, l’orologio da torre di Pisino e, a nome del nipote Antonio Solari, l’orologio da torre del 1876 della chiesa di San Giovanni a Trieste e la revisione con modifica dell’orologio da torre di Rovigno.

La precisione e l’affidabilità degli orologi da torre aumenta grazie alle scoperte scientifiche di Galileo e Huygens che introducono l’uso del pendolo isocrono governato dall’ancora di Graham. La tecnologia costruttiva si avvale dei progressi tecnici nella fusione dell’acciaio e dell’ottone e della produzione delle parti con le macchine utensili del tornio e della dentatrice.

I Solari sono in grado di fornire i loro meccanismi di orologio da torre con una garanzia di 10 anni. La rete commerciale che ha favorito la vendita degli orologi in località distanti lungo la costa adriatica è avvenuta grazie alle strette relazioni di parentela allargata, formata dalle famiglie degli artigiani della filiera dell’arte tessile che era emigrata dalla Carnia per raggiungere le diverse località della Dalmazia e del Montenegro.

L’elenco di alcuni orologi costruiti dalla casa Solari riportati nel catalogo del 1906 ci consente di suddividere le installazioni per territorio, con i seguenti dati:
– elencati in totale 499 orologi da torre installati;
– di cui: 207 nella provincia di Udine, 15 nelle province di Trieste e di  Gorizia, 78 in Istria, 141 in Dalmazia, 21 nel Veneto.

Nel 1914 si aggiungono altri 54 orologi, dei quali solo 5 raggiungono l’Istria e la Dalmazia. Si rafforza il mercato del Centro e Sud Italia.

Mappando sulla carta geografica le principali installazioni effettuate dai Solari nel Veneto e nell’Istria è stato possibile costruire un percorso turistico che permette ai visitatori di vedere le torri-orologio poste di fronte ai porti, in piazze stupende, dotate di manufatti storici e di quadranti in pietra d’Istria con raffigurato sulla torre il Leone di San Marco.

Questi primi percorsi turistici ci permettono di valorizzare la storia degli orologi della Serenissima assieme all’architettura veneta delle torri e delle piazze, offrendo spunti per successivi approfondimenti, e di fornire un motivo per la valorizzazione di orologi ancora esistenti costruiti in ferro forgiato dagli abili artigiani pesarini.

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